La parte maledetta. Storie di albini in Africa

albini_tanzania_int.18a893koflz40c4cg8o8swk04.dyvz4sut4lc04scss800sgw48.thNero, bianco, rosso, giallo. “Discriminazione” vuol dire anche colore, quello della pelle. Ma cosa succederebbe se a costituire fattore discriminante fosse invece il non- colore della pelle? La mancanza di pigmenti che diano al nostro epidermide un colore piuttosto che un altro, autorizzando poi l’ Altro a dire “sei nero” oppure “ sei bianco”, “giallo”, con tutte le altre sfumature cromatiche e culturali del caso?

E’ quello che succede agli albini africani. Nascere albino in Tanzania, Kenya, Zimbabwe o Burundi è una vera e propria sciagura, può equivalere a una sentenza di morte. Chi è affetto da questa anomalia genetica che porta alla mancanza di pigmentazione della pelle, solitamente ha tratti somatici tipici della sua etnia che si accompagnano però a pelle candida, occhi e capelli chiarissimi. La pelle, dicevamo, il corpo. Ma cosa “può” un corpo? Cosa “possono” i corpi degli albini africani? Quetzalcoatl_VLa loro storia rimanda a quella dei sacrifici umani presso le antiche tribù del Messico, dove al fine di propiziare il benessere e la prosperità della tribù veniva scelto un uomo giovane e dalla bellezza impeccabile che sarebbe stato poi sacrificato alla divinità del sole. Dal quel momento in poi avrebbe vissuto lontano dalla comunità, nel massimo splendore e goduto delle tavole più imbandite fino al giorno in cui sarebbe stato sacrificato. Era sacro, intoccabile e per questo maledetto: dal suo sacrificio dipendeva l’espiazione delle colpe della tribù intera, la fine delle sciagure, la Pasqua di resurrezione che avrebbe portato nuova prosperità al popolo.

Mugsu, Tanzania: ambulante vende "medicine" preparate utilizzando parti del corpo di albini mutilati. L'arto di un albino arriva a costare anche 2.000 dollari- Foto di Marcus Bleasdale, VII/Corbis.

Mugsu, Tanzania: ambulante vende “medicine” preparate utilizzando parti del corpo di albini mutilati. L’arto di un albino arriva a costare anche 2.000 dollari- Foto di Marcus Bleasdale, VII/Corbis.

Anche gli albini neri sono considerati degli intoccabili da sacrificare, neri- bianchi estranei al resto della comunità, e per la stregoneria popolare sono fantasmi di non morti: i loro corpi vengono spesso mutilati per essere usati in pozioni magiche che dovrebbero liberare il popolo dalla maledizione della povertà, altre volte i corpi degli albini morti vengono cucinati e utilizzati in pratiche e riti che hanno ben poco di sciamanico; le ragazze vengono invece violentate e uccise perché si crede che avere rapporti con loro guarisca dall’ AIDS. Come fossero in grado di sciogliere il terribile incantesimo che porta sciagura e povertà, i corpi dei neri- bianchi vengono immolati, usati per produrre talismani, pozioni: il corpo di un albino può fruttare ai trafficanti tra i 75.000 e il 400.000  dollari. A volte sono le famiglie stesse a consegnarli ai loro carnefici.

albino01gA lanciare l’allarme sulle condizioni di vita degli albini in Africa (in particolare in Kenya) fu qualche anno fa il film In my genes di Lupita Nyong, subito dopo sia l’ Unicef poi la Croce Rossa iniziarono  a denunciare le condizioni di vita dei bambini albini in Tanzania, Zimbabwe e Burundi: spesso costretti a vivere in villaggi isolati, lontani dalle proprie famiglie e spesso vittime di abusi e maltrattamenti, privati di tutti i diritti naturali.

Fortuna vuole che nel giro di pochi anni, grazie all’ intervento delle organizzazioni internazionali e di serie campagne di sensibilizzazione sociale, è stato possibile apprezzare i primi cambiamenti: dal presidente tanzaniano Jakaya Kikwete che non solo promuove la lotta agli stregoni e ai trafficanti, ma nomina anche la prima parlamentare albina della storia della Tanzania, Al Shaymaa Kwegyir.

Nella foto, Moszy: l'africano albino che nel 2007 chiese asilo politico in Spagna perché perseguitato dagli stregoni della sua nazione

Nella foto, Moszy: l’africano albino che nel 2007 chiese asilo in Spagna perché perseguitato dagli stregoni della sua nazione

Gli ultimi anni hanno visto anche la mobilitazione di artisti, ong, chiese locali e associazioni contro l’ignoranza e il pregiudizio che vogliono gli albini più stupidi e lenti nell’ apprendimento rispetto agli altri bambini: in realtà basterebbe semplicemente far sedere i bambini albini tra i primi banchi a scuola, ciò faciliterebbe la loro capacità di leggere, già fortemente minata dagli occhi molto sensibili e delicati a causa della carenza di melanina. Purtroppo c’è ancora molto da fare in questo senso e, certamente, i contenuti del documentario Spell of The Albino girato da Claudio von Planta e che ho recentemente visto grazie a North2South per il momento non lasciano ben sperare.

Ester

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