Appello all’ Università della Calabria: Vogliamo il Corso di Studi di Genere!

534985_464710306933566_136213095_nDi seguito, posto l’appello contro la chiusura del corso di Studi di Genere tenuto dalla docente e attivista Laura Corradi che di recente è stato abolito dall’offerta formativa dell’ Università della Calabria. In 670 hanno firmato la petizione, tra cui Vandana Shiva, Joan Scott ed esperte di Gender studies dal Nord Europa come Nina Lykke Rosemarie Buikema.  Per adesioni, contattare l’ indirizzo email: vogliamostudidigenere@grrlz.net

L’appello su fbook: https://www.facebook.com/events/561515107213969/

L’appello in Inglese e in Spagnolo: http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2013/04/07/vogliamostudidigenere-lappello-in-inglese-e-spagnolo/

“Il Corso di Studi di Genere dell’Università della Calabria, tenuto a Rende presso il Dipartimento di Sociologia da  Laura Corradi, (ricercatrice docente) non esisterà più perché hanno deciso di chiuderlo.

A dispetto del successo dello scorso decennio, frequentato da centinaia di studentesse, il Corso è stato via via rimpicciolito, nonostante la determinazione delle studentesse a seguirlo e della docente a tenerlo a titolo gratuito. Le studentesse denunciano che è stato piazzato alla stessa ora di altri appuntamenti importanti e obbligatori. Reso difficile da seguire si è ridotto quest’anno a 15 allieve. Tagliare via questo Corso come materia superflua è diventato così molto semplice.

Il Corso è stato una importante palestra di empowerment per tantissime ragazze, giovani femministe dottorande in cerca di audience, ricercatrici migranti, precarie ‘cultrici della materia’, tante persone che infatti non accettano passivamente questa decisione. Tra l’altro il Corso nel contesto calabrese rappresenta una reale opportunità per donne e uomini che vogliono acquisire gli strumenti critici per leggere anche la propria realtà.

Questo Corso di Studi dovrebbe rimanere una opportunità per coloro che lo preferiscono, anzi crediamo che gli studi di genere dovrebbero essere valorizzati,  l’Università potrebbe usarli come corsi base del primo anno, come esempio di sapere teorico e pratico  interdisciplinare, come visione critica necessaria di una cultura che  fissa i ruoli di genere, patologizza le differenze o le inferiorizza, impone etero-normatività.

Chiediamo perciò che si reinserisca il Corso di Studi di Genere, con risorse adeguate, nell’offerta formativa dell’Ateneo.”

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